Stasera scrivo un post diverso dal solito.
Non l'ho pensato prima. Lo scrivo di getto. Scrivo questo post per condividere con qualcuno le emozioni che sto provando adesso.
Stasera in un palazzo qui a Milano, fra l'altro non molto lontano da casa mia, c'è stata un'
esplosione, provocata probabilmente da una fuga di gas. Nel momento in cui vi scrivo, ci sono due morti e un numero imprecisato di feriti e di dispersi sotto le macerie. Più di cento persone sono rimaste senza casa. Tra quello che resta della casa, si cerca anche un bambino.
E' strano come si sentano più vicini - e drammatici - i fatti così terribili che accadono vicino a noi, in un luogo che conosciamo bene, in cui ci è capitato di passare. Penso che se quest'esplosione fosse avvenuta a 1000 km da qui, probabilmente non mi avrebbe colpito più di tanto. Sarebbe stata solo uno dei tanti fatti brutti che quotidianamente avvengono nel mondo.
Eppure io in quella via sono passato parecchie volte, conosco abbastanza quel quartiere. Mi sento come se ad essere saltata in aria fosse stata la mia casa, quella di fronte alla mia, o quella davanti alla quale passo tutte le mattine per andare a scuola.
Non riesco a non stare attaccato alla radio e a internet per avere le ultime notizie, per sapere se quel bambino è stato ritrovato, se il numero dei dispersi è diminuito.
Penso che è accaduto in via Lomellina, ma sarebbe potuto succedere anche qui. All'improvviso mi sento vulnerabile, come se tutte le mie certezze e le mie sicurezze fossero saltate in aria insieme a quella casa.
Penso a quel ragazzo albanese che - per un crudele scherzo del destino - sembra si trovasse davanti all'edificio saltato in aria solo per caso. Non era lì dentro. Ci stava passando davanti. Se l'esplosione fosse stata solo trenta secondi prima o trenta secondi dopo, sarebbe ancora vivo.
Se, se... Mi accorgo di quanto sia vulnerabile la nostra vita, di quanto si possa morire "per caso", "per coincidenza". Non riesco a non pensare che al posto di quel ragazzo ci sarei potuto essere io, che anche a me sarebbe potuto capitare di passare lì davanti. Eppure al momento dell'esplosione io stavo tranquillamente cenando in casa mia. Davanti a quel palazzo che esplodeva c'era lui, non io.
Perchè? Non riesco a darmi una risposta. Non riesco a non pensare a quanto tutti noi siamo vulnerabili: specialmente in questo periodo, c'è chi non prende gli aerei o la metropolitana per paura degli attentati. Eppure, anche così, potrebbe capitarti di passare davanti ad una casa nel momento sbagliato... è terribile.