giovedì, febbraio 14, 2008

Scherzi del destino - 2 -

(foto Corriere.it)

Ricordo ancora perfettamente quando, poco più di un anno fa, dedicai un post allo scoppio di una casa qui a Milano; c'erano stati dei morti, tra cui un bambino. E il fatto che tutto ciò fosse capitato nella mia città, in una via in cui ogni tanto mi capita di passare, mi aveva fatto molto riflettere, mi aveva fatto sentire "vicino" a quello che era successo, anche se l'avevo saputo da internet e dalla radio.
Oggi quelle emozioni tornano a farsi sentire. Quando senti di un tram e di un autobus, mezzi che usi abitualmente per andare da casa a scuola, anche se non le stesse linee, che si scontrano in un incidente così drammatico, non puoi rimanere impassibile. C'è, come penso sia normale in questi casi, la consapevolezza di quanto la nostra vita sia fragile. L'orrore nel vedere scaraventato sotto i riflettori della cronaca qualcosa che consideriamo "quotidiano" ci fa sentire coinvolti in quello che è successo. E se su quell'autobus, al posto di quella donna, ci fossi stato io? E se ci fosse stato uno dei miei amici, dei miei familiari, delle persone che frequento tutti i giorni?
E poi c'è quella foto. Quella che all'inizio non avevo nemmeno capito cosa rappresentasse, quella che ho compreso nella sua drammaticità solo dopo. Quella foto, scattata prima che i soccorritori mettessero i teli sull'autobus, che a mio parere i siti dei quotidiani avrebbero potuto anche fare a meno di pubblicare. Quella foto che è l'immagine della morte che colpisce il tuo quotidiano. Quella foto che hai visto senza volerlo, e che ora non ti fa riflettere, ti mette addosso solo un misto di tristezza, di rabbia, di vuoto e di impotenza.

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domenica, febbraio 03, 2008

Qualcosa che non c'è


QUALCOSA CHE NON C'È (Elisa)

Tutto questo tempo a chiedermi
Cos'è che non mi lascia in pace
Tutti questi anni a chiedermi
Se vado veramente bene
Così
Come sono
Così

Così un giorno
Ho scritto sul quaderno
Io farò sognare il mondo con la musica
Non molto tempo
Dopo quando mi bastava
Fare un salto per
Raggiungere la felicità
E la verità è

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c'è
Invece di guardare il sole sorgere

Questo è sempre stato un modo
Per fermare il tempo
E la velocità
I passi svelti della gente
La disattenzione
Le parole dette
Senza umiltà
Senza cuore così
Solo per far rumore

Ho aspettato a lungo
Qualcosa che non c'è
Invece di guardare
Il sole sorgere

E miracolosamente non
Ho smesso di sognare
E miracolosamente
Non riesco a non sperare
E se c'è un segreto
E' fare tutto come
Se vedessi solo il sole

Un segreto è fare tutto
Come se
Fare tutto
Come se
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole
Vedessi solo il sole

E non
Qualcosa che non c'è
Quante volte capita di perdersi in ragionamenti e pensieri inutili su cose di secondaria importanza? E invece le cose più importanti, più belle, più semplici, più vere erano lì, ad un passo, sotto i nostri occhi. Ma non ce ne accorgevamo. Oppure avevamo accanto a noi persone speciali, ma non le vedevamo.
È un po' come perdersi a pensare a mille cose e dimenticarsi di guardare fuori dalla finestra, dimenticarsi di vedere il sole.
Una delle tante cose semplici - che ci possono davvero rendere felici e che possono cambiare il senso di una giornata - di cui non ci aggiorniamo. Il sorriso di un bambino, un saluto sincero, un incontro inatteso... tutte piccole-grandi cose che potrebbero aiutarci a dare un valore diverso alle nostre giornate...

All'inizio Elisa non mi piaceva molto, se non qualche canzone. Però devo ammettere che le ultime mi piacciono sempre di più...

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