giovedì, novembre 22, 2007

Sta passando Novembre

STA PASSANDO NOVEMBRE (Eros Ramazzotti)

E’ per te
questo bacio nel vento,
te lo manderò lì
con almeno altri cento.
E’ per te,
forse non sarà molto,
la tua storia, lo so,
meritava più ascolto
e magari, chissà,
se io avessi saputo,
t’avrei dato un aiuto.
Ma che importa oramai,
ora che…
Puoi prendere per la coda una cometa
e girando per l’universo te ne vai,
puoi raggiungere, forse adesso, la tua meta,
quel mondo diverso che non trovavi mai.
Solo che
non doveva andar così,
solo che
tutti ora siamo un po’ più soli qui.
E’ per te
questo fiore che ho scelto,
te lo lascerò lì
sotto un cielo coperto.
Mentre guardo lassù,
sta passando novembre
e tu hai vent’anni per sempre.
Ora che…
puoi prendere per la coda una cometa
e girando per l’universo te ne vai,
puoi raggiungere, forse adesso, la tua meta,
quel mondo diverso che non trovavi mai…
non trovavi mai…
puoi raggiungere, forse adesso, la tua meta,
quel mondo diverso che non trovavi mai.
Solo che non doveva andar così,
solo che tutti ora siamo un po’ più soli…
tutti ora siamo un po’ più soli qui…
è per te.

Piove. Penso che il tempo sta volando. Divento malinconico e mi deprimo. Mi rendo conto che sono meteoropatico.

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giovedì, novembre 15, 2007

Season question

(Irlanda - foto by Somis)

L'aria invernale, il buio presto, camminare per le strade avvolti in sciarpe cappotti guanti e berretti, i primi indizi dell'arrivo del Natale, il freddo che al mattino ti sveglia mentre ancora un po' assonnato vai a prendere l'autobus...
Perchè tutte queste cose ricordano il passato e sono malinconiche più del caldo estivo, del sole, dell'andare in giro in maglietta e pantaloni corti, dell'andare in vacanza?
Passeggiando per strada, di sera, con l'Ipod nelle orecchie, capita di farsi anche queste domande...

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sabato, novembre 10, 2007

...e finisci a parlare del futuro

(Irlanda - foto by Somis)

Capita così, senza nemmeno farlo apposta.
Da cosa nasce cosa, da discorso nasce discorso. Da parlare del più e del meno si finisce a parlare di "progetti, speranze, sogni da realizzare" (CitaQuiz: da quale canzone è tratta questa frase? premio a sorpresa per il primo che lo indovina...). Del futuro, insomma.
Futuro. Questa parola così vaga, oscura, multiforme e variopinta che vuol dire tutto e non vuol dire niente. Che stabilisce un tempo ma non stabilisce i fatti di quel tempo, perchè è ancora tutto da decidere, tutto può ancora cambiare. Una pagina bianca su cui pian piano, parola per parola, riga per riga, scrivi la tua vita, finchè pian piano quello che era futuro, bianco e ancora da scrivere, diventa passato, scritto, vissuto, definito.
E, inevitabilmente, quando ti trovi a pensare al futuro e ti vedi davanti quella pagina così bianca, che potenzialmente racchiude tutto e niente, un po' ne sei abbagliato, forse quasi spaventato. E allora, per diminuire quel bagliore, cominci a proiettarci delle immagini che non sono reali, ma sono quelle che la tua mente elabora per riempire quel bianco. Chiamale aspettative, se vuoi. O, più poeticamente, sogni, speranze.
L'effetto si amplifica quando due giovani si mettono a parlare del futuro in un momento qualunque, magari sottovoce durante una lezione poco interessante. Le idee, le speranze, le energie di uno si uniscono a quelle dell'altro, si moltiplicano. Ne nasce un futuro che non è quello reale - o non è detto che lo sia, visto che non è possibile scrivere prima e a tavolino quello che accadrà, ed è questo il bello della vita - ma è lo stimolo a fare o a non fare accadere certe cose, a impegnarsi perchè quella pagina non sia più così bianca ma, anzi, prenda i colori che vogliamo noi.

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