martedì, agosto 11, 2009

Orcadi!

Burray (isole Orcadi), Scozia, lunedì 10 agosto 2009, ore 23.00

…e finalmente: eccoci alle Orcadi!
Ebbene sì, cari i miei venticinque lettori, dopo le tante tappe di avvicinamento finalmente posso scrivervi dalle Orcadi.
Ma siamo rimasti indietro di un giorno, quindi rapido aggiornamento. Ieri mattina, dopo il caloroso saluto della Susi, la nostra padrona di casa appassionata dell’Italia, abbiamo lasciato l’Inghilterra e, procedendo sempre più verso nord, siamo arrivati in Scozia e a Inverness.
In questa cittadina eravamo già stati cinque anni fa (allora non c’erano ancora queste pagine a ospitare il diario di bordo), nel nostro precedente viaggio in Scozia. Allora, dopo giorni e giorni vissuti in un paesino sperduto in fondo ad una single track road (le caratteristiche strade ad una sola corsia, con qua e là degli slarghi per permettere il passaggio delle macchine che si incrociano nei due sensi di marcia), Inverness ci era sembrata una metropoli, e ci eravamo tuffati in un centro commerciale per “riprendere contatti con la civiltà”. Ora quest’esigenza non c’era più, e forse anche perché vista di sera (il nostro B&B era qualche chilometro fuori da Inverness, dove siamo andati solo per cenare) ci è apparsa nelle sue dimensioni reali: una cittadina, non una metropoli. Cena comunque interessante in un pub, nonostante la pioggia che ci ha accompagnati per tutta sera.
Un capitolo a parte andrebbe aperto sui padroni del B&B che ci ha ospitato. Casa in un gruppo di abitazioni piuttosto sperduto, con giardino curato ma abbastanza pacchiano, noi avevamo a disposizione il piano superiore/mansarda. La padrona, una simpatica nonnetta dalla parlata davvero stretta e spesso incomprensibile che stamattina abbiamo scoperto originaria delle Orcadi, ha dato del suo meglio quando ieri sera abbiamo suonato per entrare dopo cena. È venuta ad aprirci a piedi nudi (e non è che facesse molto caldo) con indosso un accappatoio che sembrava confezionato scuoiando un orso polare.
Stamattina invece abbiamo lasciato Inverness per dirigerci ancora più su, fino a Wick e poi Jill’s Bay, da dove ci siamo imbarcati per le Ocadi su un traghett(in)o che portava più italiani di un tram milanese, o quasi. Prima di lasciare la terraferma (se così si può chiamare quella che rimane pur sempre una grande isola), abbiamo approfittato del tempo che ci restava per vedere le scogliere nei dintorni.
Adesso siamo a Burray. Fino a sabato avremo a disposizione un appartamento enorme (all’inizio c’era da perdersi). I proprietari sono veramente due persone squisite. Sally, la padrona, è stata veramente gentile e disponibile nell’accoglierci. Mi ha spiegato tutto in un inglese comprensibilissimo ma, consapevole che non potevo ricordarmi come si usa tutto ciò che c’è in casa, mi ha ripetuto più volte di non esitare a chiedere loro aiuto. Si è preoccupata di farci trovare il riscaldamento acceso, sapendo che se fossimo arrivati direttamente dall’Italia avremmo sofferto ancora di più il freddo. E in casa, oltre al pacco di benvenuto con prodotti tipici dell’isola, tante piccole attenzioni per farci sentire a nostro agio.
E da domani… inizia l’esplorazione delle Orcadi!

N. d. S. mi scusino i miei venticinque lettori per la latitanza degli ultimi giorni, ma non ho avuto la possibilità di collegarmi ad internet. Adesso invece mi trovo con il mio simobook nella reading room di un albergo che ha il wireless e ho postato gli aggiornamenti che mi mancavano!

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