lunedì, aprile 28, 2008

History & memories

(Irlanda - foto by Somis)

Un meritato ponte dopo un mese piuttosto intenso. È il 25 aprile, ma per me è solo una pausa delle ultime (piuttosto devastanti) fatiche scolastiche. Ne approfitto per andare a trovare lo zio di mio padre che da alcuni mesi non vedo. Gita fuori porta, giornata rilassante dopo tanto studio.
Si chiacchiera del più e del meno, e si finisce a parlare della festa della Liberazione. Il mio prozio mi racconta di quando era giovane, e quel periodo l'ha vissuto sulla sua pelle.
Ma non ci faccio troppo caso, si torna a casa e me ne dimentico.
Qualche giorno dopo però si torna a scuola, e una chiacchierata sul tema mi fa tornare in mente quel racconto. Torno a casa e chiedo spiegazioni a papà. Si mette a raccontare. Si sente che ha voglia di raccontare, che parlando con me è come se cercasse di far rivivere quei momenti che non ha vissuto, che ha solo sentito; vuole che lo aiuti a ricostuire.
Dalla guerra, dal nonno partigiano si passa a parlare d'altro. Parenti dimenticati, di cui prima non conoscevo nemmeno l'esistenza. Racconti su nonni che purtroppo ho conosciuto per poco tempo, o che se ne sono andati prima che io approdassi da queste parti.
Racconti di come era la vita un tempo, di come il nostro mondo sia cambiato. Paralleli con il presente, collegamenti con la storia, "caspita, ma loro c'erano!".
E allora capisco che la storia non è solo quella cosa così lontana e talvolta noiosa che si studia sui libri, ma la storia... è legata a quello che siamo, ma soprattutto a quello da cui veniamo...
È una sensazione strana. Se così tante cose sono successe in meno di un secolo, quando non c'erano ancora nemmeno i miei genitori, cosa succederà nella mia vita?
Il passato, non il mio ma quello della mia famiglia, di quelle persone senza le quali io non starei qui oggi a scrivere su queste pagine, si unisce inevitabilmente al futuro. Questo pensiero, a meno di due settimane dai 18, mi fa riflettere parecchio.
Un'ultima, breve considerazione. Questo tuffo nel passato mi ha fatto sentire come un richiamo di queste persone che non ci sono più, di questi fatti ormai diventati storia, di quei luoghi che li hanno visti e ormai non ne portano più le tracce. Una richiesta silenziosa di essere ricordati, di essere in qualche modo consegnati al futuro. Un po' come Omero ha consegnato al futuro le vicende di Achille, di Ettore, di Odisseo, per intenderci...

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domenica, aprile 27, 2008

Mantova / Gocce di Mincio








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sabato, aprile 05, 2008

18 are coming...

(Irlanda - foto by Somis)

È un periodo strano. O forse no.
Forse si stanno semplicemente accavallando tante cose che prese da sole non sarebbero così impegnative...
C'è la scuola, con un aprile di fuoco dopo un marzo quasi inesistente, tra gita e vacanze.
Ci sono tanti pensieri. Ierioggidomani. Tre mesi di vacanze che cominciano a vedersi all'orizzonte e sono ancora pressoché vuoti, liberi, qualche annotazione scritta a matita ma non ancora ripassata a penna, con la gomma sempre pronta lì di fianco. È la prima volta che in questo periodo non so ancora cosa farò d'estate, questo mi dà un senso di libertà ma al tempo stesso di smarrimento.
Forse in qualche modo mi rendo conto che è un po' una metafora della mia vita, all'avvicinarsi dei 18. Fra un mese e qualche giorno raggiungerò il compleanno tanto atteso e... mi accorgerò che sarà tutto uguale a prima, che in realtà non so ancora bene chi sono, cosa voglio, dove voglio stare, con chi. È bello, ma ogni tanto ho la sensazione che prima o poi arriverò ad un bivio, e forse sarebbe il caso di cominciare a pensare a quale strada prendere.
Ma poi penso che in realtà le cose non si capiscono chiudendosi in camera a pensare, che le persone non si conoscono stando sempre con i pochi amici fidati, con i quali non c'è poi così tanto bisogno di mettersi in gioco. E allora penso a quanto questi mesi mi stanno portando in qualche modo avanti, vedo tutte le cose che sto facendo, le persone della cui importanza mi sto accorgendo, le esperienze passate che, viste a distanza come un pittore guarda il suo quadro quasi finito per vedere che effetto fa all'osservatore, assumono un significato diverso, intrecciate l'una insieme all'altra come i pezzi di un puzzle che si sta pian piano componendo.
E allora mi viene da pensare che quest'estate (o i prossimi anni, pensando un po' più in grande) mi porteranno comunque esperienze che mi serviranno, e che forse capirò "on the road" qual è la mia strada, e arrivato al bivio saprò dove svoltare. E se sbaglierò strada, ci saranno dei vicoletti di collegamento.
Sono fiducioso e ottimista, nonostante tutto.

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