martedì, settembre 16, 2008

Succede al Carrefour di Assago

C'è una storia che in questi giorni sta facendo il giro della blogosfera. Una storia di discriminazione e di violenza verbale, ancora più grave perchè avvenuta in un contesto che sarebbe dovuto essere di divertimento e più subdola perchè nei confronti di un bambino.
Purtroppo per uno di questi episodi di discriminazione che viene alla luce molti altri rimangono nell'ombra. Ed è per questo che penso sia importante dare visibilità a notizie come questa.
Qui trovate il racconto di Barbara, la mamma del bambino protagonista della triste vicenda. E qui la replica di Carrefour.

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domenica, settembre 14, 2008

L'estate sta finendo, e un anno se ne va...

(Slovenia, sul Triglav - foto by Somis)

Ormai è una tradizione fissa. Alla fine ufficiale dell'estate (almeno per me, con l'inizio del nuovo anno scolastico), ogni anno faccio un piccolo bilancio di quello che sono state le mie vacanze.
Ogni anno mi ritrovo a dire che è stata un'estate intensa, che ho fatto nuove esperienze, ho conosciuto persone nuove. E, a costo di essere ripetitivo, lo scriverò anche quest'anno. Ogni anno, in fondo, è diverso: crescendo, i traguardi raggiunti e le esperienze nuove sono diversi, ma sempre importanti.
E non posso certo dire che quest'estate, la prima post 18, non sia stata intensa. Un collage di esperienze, di luoghi, di persone, di sensazioni che all'inizio di giugno, quando sui banchi di scuola pensavo alle vacanze, non mi sarei aspettato.
Di tutte queste esperienze che ho vissuto, ho apprezzato il fatto che ognuna di esse mi ha lasciato qualcosa. Ognuna, un po' più in positivo o un po' più in negativo, con quelle sfumature, quei grigi e quei chiaroscuri che danno tanta varietà alla vita, mi ha fatto conoscere un pezzo di mondo, un'anticipazione di quello che mi piacerebbe fare in futuro, un ambiente che non conoscevo, se non dall'esterno.
Ma, soprattutto, ognuna mi ha messo addosso una forte carica, una grande voglia di fare, di vivere appieno l'anno che viene. Un anno che sarà certamente intenso sia dal punto di vista scolastico (la maturità che incombe) sia per il resto (una route in Terrasanta che sicuramente assorbirà parecchie energie). Ma che, comunque, non voglio dedicare interamente solo alla scuola. Quest'estate mi ha fatto capire che ci sono tante altre cose, altri ambiti, che mi interessano, e che non voglio abbandonare.
In questa fine d'estate mi circolano per la testa tanti impegni che mi prendo, tanti progetti per l'anno che viene, tante idee, tanta voglia di fare. E vorrei veramente che la carica che mi hanno dato questi mesi mi possa accompagnare e sostenere fino alla prossima estate.

N.d.S. Anche se è facilerrrrrima, chi indovina la citazione del titolo del post?

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lunedì, settembre 08, 2008

Giocando con Jonathan


Voglio tornar bambino! diceva Cirilli a Zelig qualche anno fa.
E io, ieri, bambino per qualche ora lo sono un po' tornato. Jonathan, il mio cuginetto di secondo grado, è venuto a casa mia e per farlo giocare ho rispolverato i giocattoli di quando "ero piccolo" (ah, come mi sento vecchio a dire così!), quei bidoni chiusi nell'armadio che da un po' di anni stavano lì, quasi dimenticati.
È stato bello parlarci (l'ultima volta che l'avevo visto, tanto tempo fa, non parlava ancora) e giocare insieme con le palline, le macchinine, la mia collezione di puffi e di Topo Gigio (che - ho scoperto - non conosce: bisognerà fargli un bell'aggiornamento, quando ero piccolo mi piaceva un sacco!).
È stato bello vedere da grande quei giochi che qualche anno fa erano tutto il mio mondo: quando non c'erano computer, radio, cellulare, libri, cd (al massimo qualche cassetta dello Zecchino d'Oro... ah che nostalgia!), e bastava una cassa del supermercato giocattolo per farmi divertire per un pomeriggio intero.
È stato bello vedere con occhi diversi la zia (per me, nonna per Jonathan) e la mamma giocare con un bambino... quando "una volta" il bambino con cui giocavano ero io.
Per l'ennesima volta quest'anno mi sono trovato a pensare che sono diventato grande.

N.d.S. Giocare con Jonathan, convincerlo a interrompere i giochi per andare a mangiare, portarlo in braccio, rispondere ai suoi "come si fa?" e "dov'è?" mi ha fatto ripensare a qualcosa di cui mi accorgo di non aver ancora scritto, qui sul blog: l'esperienza di servizio con i disabili dell'associazione Kolbe. Avrei voluto farlo più volte, poi ho sempre rimandato in attesa del momento giusto. Penso che prossimamente ci dedicherò un post.

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