martedì, dicembre 20, 2005

Il mio banco

Penso che durante queste vacanze natalizie il mio banco mi mancherà...
Fedele compagno di interrogazioni, verifiche, spiegazioni pallose, correzioni di esercizi, chiacchierate varie, per due settimane non ci vedremo, sigh sigh...
Con il suo piedino (un fazzoletto di carta piegato che, finalmente, sono riuscito a non far portare via dalla Giovanna, la bidella del mio piano, quando pulisce) sotto una gamba per non farlo traballare troppo, tutte le mattine mi accoglie (all'ultima fila, lato finestra, insomma abbastanza imboscato, ma me l'ha assegnato la prof...) per passare 5 ore insieme... sono quasi 3 mesi che "conviviamo"...
... con tutte le sue belle (o brutte, dipende) scrittine che non sono riuscito a cancellare (quelle a matita non ci sono più da quando sono arrivato io: ci vuole ordine! Per quelle a pennarello che non vengono via... pazienza!)...
Le posizioni più disparate per passare diversi momenti delle cinque ore...
- seduto "civilmente" sulla sedia: per fare verifiche, prendere appunti, correggere compiti... quando, cioè, mi serve scrivere.
- seduto parallelamente al banco, appoggiando la schiena sul muro che gli sta a fianco, ben scaldato dal tubo del calorifero che ci passa dentro: per seguire interrogazioni, cose un po' pallose, insomma quando non mi serve scrivere.
- seduto "quasi civilmente" con le braccia appoggiate al mio caro banco e la testa appoggiata sopra, stile "cane accucciato": quando proprio non ce la faccio più, non ne posso più di seguire una lezione pallosa pallosa (chissà mai quali materie, eh? ma non facciamo nomi...) o sto pensando ad altro, cioè quando mi viene da dire: "Bastaaaaaaa fatemi uscire di qui!!!!"
- seduto sul banco, con le gambe penzoloni o appoggiate alla sedia: festaaaaaa!!!! E' la posizione degli intervalli, dei cambi dell'ora allungati dal ritardo delle prof, insomma del "momento cazzeggio" in cui si chiacchiera, si ride, si spettegola...
beh... penso che nelle prossime due settimane mi mancheranno il mio banco, le nostre posizioni recirpoche, le persone che vi ruotano intorno...

venerdì, dicembre 16, 2005

Se Natale è un mistero

"Se Natale è un mistero" segue a "Se Natale è una favola", il post precedente che ho pubblicato qualche giorno fa.

Se Natale è un mistero
Se Natale è un mistero,
Gesù nasce anche oggi, nei tuguri, nelle baracche,
nei dormitori pubblici;
Gesù nasce nel povero,
nel piccolo ignorante,
nel detenuto, nell’esule,
nel torturato, nell’oppresso.

Gesù nasce nel disoccupato, nel malato,
nel minorato,
nello sconosciuto trascurato da tutti,
nell’umile onesto che fa ancora il suo dovere.

Gesù nasce
dove c’è bisogno di lui,
dove si ricerca giustizia e amore,
dove si soffre e si rispetta,
dove si costruisce un mondo più giusto.
Se qui nasce Gesù,
questo è il presepio.
Qui bisogna venire per incontrare Gesù,
per fare Natale con lui.

martedì, dicembre 13, 2005

Se Natale è una fiaba

... dalla mia recita di Natale di prima media, correva l'anno 2001...

Se Natale è una fiaba

Se Natale è una fiaba,
è solo la festa dei consumi,
di inutili regali.
È solo una doppia vacanza,
con un pranzo più ricco,
un viaggio, una gita.

Se Natale è una fiaba, non ci vuole molto:
basta un presepio o un albero illuminato,
un’elemosina,
una messa a mezzanotte.
Nella fiaba di Natale non nasce Gesù:
nasce l’egoismo e l’impostura,
l’ingiustizia che uccide.

Una stella, un angelo, una grotta e dei pastori;
una donna ed un bambino:
ingredienti per una stupida favola,
per una tragica impostura.

Se Natale è una fiaba è finito il suo tempo:
cancelliamo il Natale!

Natale è solo una "stupida favola"? Fra qualche giorno, la continuazione della storia...

domenica, dicembre 11, 2005

Benvenuto, Jonathan!

Questo post è dedicato a Jonathan, il figlio di mio cugino (quindi, se non sbaglio, mio cugino di secondo grado, anche se non ci capisco granché di gradi di parentela...) che è nato ieri sera.
Con questo post vorrei augurargli di vivere una vita felice in questo mondo, così strano, così confuso, così complicato, talvolta cattivo, brutto e non comprensivo, che però senz'altro vale la pena di essere vissuto, perchè è pieno di cose da scoprire, da conoscere, da comprendere.
Gli auguro di scoprire presto tutto ciò di bello che questo mondo e questa vita gli offriranno e di scoprire, invece, il più tardi possibile le cose più brutte.
Benvenuto tra noi, Jonathan!

martedì, dicembre 06, 2005

Tav no, Tav sì: NO alla violenza!

In questi giorni l'opinione pubblica è divisa sull'argomento Tav, ovvero la ferrovia ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione, passando per la Val di Susa, i cui lavori sono ostacolati dagli abitanti della Valle, che non vogliono assolutamente la costruzione del Tav sotto le loro finestre.
E' ormai da giorni che gli abitanti della Valle si sono organizzati per presidiare il cantiere dove dovrebbero cominciare i lavori per impedire che ciò avvenga. Stanotte, all'improvviso, è arrivata la polizia, che ha fatto sgomberare tutti, "caricando", secondo alcuni dei presenti.
Premetto che io non voglio esprimere il mio parere sulla "questione Tav": non so se più giusto farla o non farla, non conosco le reali motivazioni dei pro e quelle dei contro.
So solo che se tutte queste persone, lottando per una causa che ritengono giusta, arrivano a resistere così tanto, senza mollare, presidiando giorno e notte il cantiere contro l'inizio dei lavori, beh... forse è il caso di prendere sul serio le loro motivazioni. Questa gente, per evitare l'apertura del cantiere della ferrovia ad alta velocità vicino alle loro case, sta protestando e, da quello che si è visto, non ha assolutamente intenzione di demordere. Non è certo un capriccio, se si sta mobilitando così tanto. Bisogna rispettare il loro diritti a manifestare contro qualcosa che giudicano profondamente ingiusto.
Ma, scrivevo poco fa, non mi interessa dire la mia: forse è giusto farla o forse no, non è questo il punto.
Il punto, al contrario, è che stamattina i manifestanti che stavano protestando sono stati caricati dalla polizia che, da quanto leggo dal tam tam di sms pubblicato su internet, non ha usato mezze misure, ma è partita dando manganellate a destra e a manca in faccia alla gente. Un vice questore, guidando le ruspe che stavano procedendo allo sgombero, sembra abbia gridato: "uccidilo! uccidilo", riferito ad un ragazzo che stava sulla barricata.
La chicca è arrivata con le dichiarazioni del ministro Pisanu, secondo il quale la polizia non ha fatto alcuna carica.
No, fatemi capire bene... NON HA FATTO ALCUNA CARICA? Ma come, gli abitanti della Val di Susa si sono inventati tutto? I racconti sono frutto dell'invenzione? I 20 feriti si sono presi a manganellate tra loro? Le foto, che potete vedere su corriere.it, sono tutte invenzioni o fotomontaggi?
Ma chi stanno tentando di prendere in giro? L'opinione pubblica non è stupida, e deve ribellarsi a questo: siamo in un Paese civile e democratico; non si possono accettare episodi di VIOLENZA ad opera di coloro che, al contrario, dovrebbero difenderci. Se anche gli abitanti della Val di Susa avessero torto, NIENTE, e ripeto NIENTE autorizza la polizia a caricare con una tal VIOLENZA.
Vorrei dimostrare la mia solidarietà agli abitanti della Val di Susa: non perchè sia contro il Tav (non so troppe cose per esprimere un giudizio) ma semplicemente perchè ritengo UNO SCHIFO ciò che è successo stamattina.

lunedì, dicembre 05, 2005

Treno del Natale in arrivo sul binario...

20 giorni...
mancano solo 20 giorni al Natale. Sembrano tanti, ma come al solito voleranno e mi ritroverò alla vigilia con i soliti dilemmi esistenziali: cosa regalo alla mamma? posso farle qualcosa che non le ho già fatto o di meno banale del solito? cosa regalo a tutti gli altri parenti?
Dopodomani, il 7 dicembre, a Sant'Ambrogio, preparerò l'albero di Natale e il presepe, come tradizione: entrerò allora effettivamente nel "periodo natalizio".
Però, da qualche anno, il periodo che anticipa il Natale non è più... quello di una volta.
Certo, ci sono tante piccole cose che "fanno Natale": le luminarie in giro per le strade; la gente in giro per acquisti; gli addobbi di Natale nei negozi; le musichette di Natale che si sentono in giro; le pubblicità dei panettoni in TV (a proposito, quest'anno ce ne è una nuova, credo della Bauli, che dopo un po' di anni si è decisa a cambiarla ed è proprio carina); cominciare a mangiare panettoni e pandori...
Però... non c'è più la magia del Natale che c'era una volta. Sarà che sono cambiati i tempi, o forse sarà che sono cresciuto io. So solo che una volta (mi sento vecchio a dire così, ma è la verità) aspettavo il Natale da metà novembre (anticipato dallo Zecchino d'Oro, altra tradizione della mia infanzia) e non vedevo l'ora che arrivasse.
Adesso, invece, è tutto diverso. Se non fosse per il calendario che me lo dice, non mi accorgerei che il Natale sta arrivando. A volte mi sembra quasi che sia una "festa obbligata", nel senso che, arrivati ai primi di dicembre, si è obbligati a comprare i regali, fare l'albero: insomma tutto quello che riguarda il Natale, ma non come una cosa gradita, bensì come se fosse un rito che si osserva senza particolare partecipazione.
"Non c'è più la magia del Natale che avevo da bambino", mi dico tra me e me da qualche anno. Ed è vero, non c'è più la magia con cui vivono il Natale i bambini: non la sento più, forse perchè sono cresciuto. Questa festa è quindi, purtroppo, considerata una festa solo per i bambini, che la vivono molto intensamente, mentre per gli adulti significa solamente un affannoso stress-da-acquisti maggiore. E invece, forse, se anche gli adulti capissero il valore del Natale, che non è una festa solo per bambini, ma anzi ha una magia per ogni età, si vivrebbe questo periodo dell'anno con meno affanno e con più serenità.
Manca l'atmsofera del Natale, dicevo (anzi scrivevo) qualche righa più in su. Però poi, anche in questi ultimi anni in cui non sento l'aria natalizia molto in anticipo, mi accadono dei piccoli episodi che creano la "magia del Natale": non è quella dei bambini, ma è ugualmente, se non maggiormente, bella.
Fare un regalo sentito, e non obbligato, ad un amico o ad un parente, fare sentitamente gli auguri a qualcuno, oppure episodi particolari. L'anno scorso, ad esempio, me ne è capitato uno, la vigilia di Natle, che mi ha fatto molto riflettere. Ve lo racconto.
Vigilia di Natale, entro in una libreria a comprare un libro da regalare. Evidentemente, in molti hanno avuto la mia stessa idea, così alle casse c'è una fila interminabile, di quasi un quarto d'ora. Pazientemente aspetto. Arriva il mio turno. "Buongiorno", dico alla cassiera. Pago. Lei mi porge il libro e io, prima di andarmene, la saluto con un "Buon Natale". Lei è come se si bloccasse per un attimo, mi guarda quasi stupita e mi risponde, sorridendo. Perchè mi ha guardato così stupita? Probabilmente, in quella giornata di affannoso shopping natalizio nessuno aveva trovato il tempo di accorgersi di quella cassiera, anche solo con un sorriso e un "Buon Natale". Forse, invece, questo può servire più di quel regalo che è stato comprato in quella libreria e che, forse, non è molto sentito, ma piuttosto obbligato. Che senso ha affannarsi a comprare regali (che sono un simbolo dello spirito natalizio di attenzione verso gli altri, se non si eccede nel consumismo) se poi non ci si accorge di chi ci sta intorno, anche solo della cassiera di una libreria?
Sono queste piccole cose a "fare Natale", veramente.
Spero che, anche se quest'anno non sento ancora molto l'atmosfera natalizia, mi accadrà qualche piccolo episodio come questo che mi farà "entrare nell'aria di Natale".
E voi? Sentite l'aria del Natale? Quali sono le piccole (o grandi) cose che per voi "fanno Natale"?