domenica, marzo 08, 2009

I 100 passi scout/ La forza dei testimoni

[Simone si accorge che sta scrivendo il primo post dell'anno a marzo inoltrato, ma pensa che, come ha già detto altre volte, non importa]


"Sei andato a scuola, sai contare?"
"Si so contare"
"E sai camminare?"
"So camminare"
"E contare e camminare insieme lo sai fare?"
"Credo di si"
"Allora forza, conta e cammina.. 1,2,3,4.."
"Ma dove stiamo andando?"
"...Conta e cammina..95,96,97,98,99,100..lo sai chi ci abita qui? U zio Tanu ci abita qui.. cento passi ci sono da casa nostra, cento passi"
Anche uno dei mali che devasta con più ferocia il nostro Paese, la mafia, non è un concetto astratto, qualcosa di sfuggente (anche se questo sarebbe uno degli obiettivi della mafia, e uno dei modi in cui prospera).
Anche la mafia è fatta di persone, ma soprattutto sono persone con un volto, una voce, due occhi capaci di piangere o di sorridere quelle che la mafia la combattono, che hanno una storia da raccontare, che se hai la pazienza, la voglia, l'attenzione di ascoltarle sprigionano un'energia straordinaria. Un'energia che promana dalle esperienze che hanno vissuto, dalla scelta che hanno fatto di cambiare qualcosa che sentivano profondamente ingiusto.
Persone che, come Michela e Gregorio, non sono rimaste indifferenti, ma che hanno detto un sonoro "No!".
Persone che, durante e dopo tutto questo, sono diventate testimoni, colorate di quel rosso "colore rubino del sangue di un testimone" che - come ricorda una canzone cara a tutti gli scout - contraddistingue noi Rover e Scolte.
Persone che, attraverso il racconto di momenti importanti della loro vita, riescono a trasmetterti quell'energia che spesso a te manca nelle piccole cose. E loro invece l'hanno avuta quando si sono trovati ad affrontare qualcosa di più grande di loro. Senza voltarsi dall'altra parte.
E adesso le loro lacrime e i loro sorrisi, alternati nel ricordare momenti difficili o momenti di contentezza, servono per dare a te la forza di fare altrettanto.
Servono a ricordarti che non serve perdere due fratelli ammazzati dalla mafia ed essere costretti a rinunciare a testimoniare al processo per non mettere in pericolo l'incolumità dei tuoi cari, o non serve veder morire un prete, ma prima di tutto un uomo, anzi uno zio di tutti, "Zio Pino", per essere un po' "eroi", per contribuire a cambiare il mondo. Servono a ricordarti che, nel tuo piccolo, puoi fare molto, a partire dalle scelte che quotidianamente ti trovi a fare. E un po' della loro energia serve a mettere in moto quella che c'è dentro di te, ancora latente, bisognosa di una scintilla che l'accenda.

Etichette:

1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

hai iniziato con un pugno nello stomaco...


bentrovato :)

smile

16 marzo, 2009 13:17  

Lascia un commento

<< Home