mercoledì, agosto 13, 2008

Oland e Gotland

Isola di Gotland, martedí 12 agosto 2008, ore 21.40

Ola!
Stasera vi scrivo dall'isola di Gotland, vicino alla costa svedese che si affaccia sul mar Baltico, un po' piú a nord di quella di Olland, da cui vi scrivevo l'altra sera. Ma andiamo con ordine.
Ieri, eravamo ancora a Oland, e abbiamo girato l'isola. Meta della giornata, il paese di Borgholms e il suo castello. Nel raggiungerlo, passiamo da Algutsrums. Sulle guide ne é segnalata la piazza del mercato con banchi di legno permanenti.
Nel cercarla troviamo una tipiaca casa/fattoria e ci fermiamo a fotografarla. Nel frattempo esce una vecchietta, e le chiediamo indicazioni per raggiungere il centro del paese. Purtroppo non capisce l'inglese, e neanche a gesti ci intendiamo. Ma quel sorriso, quel tentativo di farsi capire lo stesso, quella gioia curiosa nell'incontrare qualcuno di nuovo mi fa uno strano effetto. É come dire: non importano le divisioni, i confini, le differenze linguistiche; siamo tutti uomini, e il sorriso é ancora un linguaggio universale.
Il mercato, per la cronaca, era deserto e chiuso, predendo cosí gran parte del suo fascino. Ma ci ha fatto fare un incontro interessante, e ne é valsa la pena.
Del lcastello di cui parlavo prima rimangono solo le rovine, essendo stato colpito da un incendio nel XIX seoclo. I resti, che sanno di piú antico della sua reale etá (costruito nel Medioevo, ricorda a prima vista delle rovine romane), hanno comunque il loro fascino e valgono una visita.
Dopo il castello visitiamo il paese di Borgholms. Un po' piú grande degli ultimi che abbiamo visto. Molti negozi, molta gente per strada, molto colore, addirittura due suonatori di strada. Strano, rispetto agli altri paesi in cui siamo stati. Forse tutto questo movimento é dovuto all'ora pomeridiana e al sole.
Nel pomeriggio andiamo a vedere il Sandviks Kwarn, il mulino di tipo olandese (cioé quelli in pietra con la sola "testa" di legno che gira) piú grande d'Europa. Tempo di fare due foto e comincia a diluviare. Risaliamo in macchina e arriviamo a vedere il Langeerik (Enrico il Lungo), faro posto nella parte piú settentrionale dell'isola.
Stamattina invece sveglia presto per arrivare in tempo all'imbarco del traghetto che ci ha portato sull'isola di Gotland, dove ci troviamo adesso. Ovviamente arriviamo un po' troppo in anticipo, quindi abbiamo tempo per una passeggiata sulla spiaggia di Boda, citata dalle guide perché lunga 20 km. Sará che siamo abituati, nei nostri giri per l'Europa, a spiagge molto piú profonde e vaste, ma non ci colpisce particolarmente, nonostante la pineta che si spinge fin sulle dune che costeggiano la spiaggia.
Bello comunque ripercorrere, per arrivare al traghetto, la strada fatta ieri, che attraversa una zona abbastanza selvaggia.
Dopo una traversata di due ore, sbarchiamo a Gotland, e ci dirigiamo verso Ljugarn, dove si trova il nostro campeggio. Lungo la strada passiamo da Roma. No, non abbiamo allungato il percorso, qui c'é davvero un paese che si chiama cosí. Sicuramente si tratterá di una coincidenza. Ma qui in Svezia di pezzi di Italia se ne trovano davvero tanti: ristoranti/pizzerie a volontá, e soprattutto gelaterie: "Italienski gelato". Non avrei mai detto che in un paese dove per buona parte dell'anno fa molto freddo ci potessero essere tante gelaterie una attaccata all'altra, forse piú che in Italia.
A Roma breve incursione in biblioteca per collegarmi ad internet. Ma non riesco nemmeno a scrivere un post breve. Nonostante le 20 corone (circa 2 euro) per mezz'ora, il computer é lentissimo e dopo un quarto d'ora salta il collegamento. Pazienza, magari sará per domani.
Compeggio a Ljugarn molto carino, casette in legno in mezzo ad una pineta. La nostra casa é divisa in due e io dormo in una specie di "dependance".
Nel pomeriggio, giro nella parte meridionale dell'isola. Paesaggio molto "brullo", una distesa di campi, mucche, qualche pecora/capra e qualche casetta qua e lá (anche i paesi che abbiamo attraversato erano piuttosto piccoli, e dopo le 18 scatta il coprifuoco). Un paesaggio che, comunque, mi é piaciuto molto, nonostante la sua apparente semplicitá.
Dopo qualche sosta per fotografare case caratteristiche (come una con il tetto di paglia che, vista di lato, sembrava uno di quei cani con il pelo lungo) o chiese (quella di Oja, ad esempio, con il crocifisso di tipo a sole piú bello d'Europa) arriviamo nella punta meridionale dell'isola. Cerchiamo il faro di Hoburgen. Non lo troviamo, ma ci fermiamo comunque a fotografare. Pensando che sia quella per il faro, imbocchiamo una stradina che costeggia il mare. Anche se non ci prota al faro (che troveremo dopo, ma non ne vale la pena), la stradina i fa scoprire un pezzetto di costa "selvaggia" e bella (anche se un po' piatta), e ci troviamo contenti di averla imboccata.
Per stasera é tutto, alla prossima!

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1 Commenti:

Blogger Tina Di Mauro ha detto...

Ciao, il tu blog è molto interessane. Io ho appena fatto un blog di ricette di cucina. Se vuoi vieni a trovarmi. Ciao

13 agosto, 2008 12:46  

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