martedì, agosto 02, 2005

Bologna: 25 anni dopo

Oggi è esattamente il 25° anniversario dell'attentato alla stazione di Bologna, avvenuta il 2 agosto del 1980.
I morti furono 85 e i feriti 200.
Tanti, troppi.
Facile ricordare l'analogia con i recenti attentati di Londra, dove oggi c'è stato un ennesimo falso allarme. Bisogna proprio dire che cambiano i fini, gli attentatori, ma non cambiano mai la violenza e la volontà di imporsi con la violenza sugli altri (quasi sempre su innocenti che non hanno alcuna colpa, se si può definire lecito un attentato contro chi ha colpa).
Perlomeno della strage di Bologna qualcuno si è ricordato. Purtroppo non sempre è così, come dimostra il recente anniversario della strage di Ustica, in cui morirono sempre tante, troppe persone, che non è stato ricordato da nessun giornale nè dai "big" dell'informazione.
Perchè è vero che è solo un giorno su 365 e non ce ne si ricorda negli altri 364, ma la ricerca della verità, la tenacia nel pretendere che i colpevoli paghino passa anche da anniversari come questi (se ricordati).
L'immagine-simbolo degli attentati dello scorso 7 luglio è la ragazza con il volto sfigurato e coperto da una garza che si allontata dalla stazione della metropolitana accompagnata da un giovane soccorritore improvvisato. E' stata l'immagine che ci ha accompagnato in tutte le ore successive la strage, che ci ha mostrato la brutalità dell'attentato e la sofferenza delle vittime. All'epoca della strage di Bologna io non c'ero ma, dai racconti che ho letto, una delle immagini simbolo deve essere stata (e rispecchia il giovane che soccorre la ragazza a Londra) la mobilitazione di tutta la città per aiutare i feriti: gente che accorreva a portare fuori dalla stazione i feriti, gente che portava aiuti, scavava tra le macerie per cercare i superstiti. E poi l'immagine-simbolo per eccellenza, quell'autobus, il 37, usato per trasportare i corpi delle vittime negli obitori cittadini, poichè le ambulanze dovevano trasportare negli ospedali tutti i feriti. E adesso, fuori servizio, è lì a ricordare la tanta, troppa violenza. Che non si deve più ripetere.

1 Commenti:

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grazie, alverman

18 ottobre, 2005 13:43  

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